La TAC Cone Beam 3D è un esame diagnostico che consente di generare una immagine tridimensionale del cranio o delle sue sezioni. Il nome deriva dal suo principio di funzionamento basato sull’emissione di un raggio di forma conica.
La TAC Cone beam 3D (CBCT) è una tecnica diagnostica di imaging biomedico. Ha diversi campi di utilizzo, tra questi l’odontostomatologia che consente l’esplorazione di ossa e denti. È un esame importante nell’ambito dell’implantologia. Indispensabile per le tecniche di implantologia computerizzata assistita.
E’ indispensabile nella programmazione di interventi. Consente la precisa valutazione delle caratteristiche strutturali dell’osso, come altezza e spessore, su cui inserire appunto gli impianti dentali. È utilizzata anche nell’endodonzia e nell’ortodonzia.
L’evoluzione rispetto alle precedenti procedure diagnostiche riguarda la modalità di irradiazione dei raggi X. Il macchinario, infatti, emette un fascio di raggi di forma conica che consente di acquisire un più ampio volume di immagini con una più bassa dose di radiazioni. Secondo gli studi, la riduzione è di circa 50 volte rispetto ad altri esami diagnostici analoghi. Un vantaggio notevole per il paziente che si sottopone all’esame.
L’esame Cone Beam 3D dura pochi secondi. Il paziente resta in posizione eretta, che dal punto di vista psicologico rappresenta un vantaggio per chi non ama gli esami diagnostici. Durante l’esecuzione dell’esame, lo scanner ruota intorno alla testa del paziente, producendo fino a 600 immagini distinte.
Il software raccoglie tutti i dati trasmessi, creando una immagine tridimensionale. Le caratteristiche principali sono un’elevata risoluzione spaziale e la corrispondenza alla realtà. La scala 1:1 è garanzia di precisione assoluta.
In odontostomatologia ha varie indicazioni. L’approccio chirurgico inevitabile, per piccoli o grandi interventi, aiuta ad avere immagini ben definite per poter operare.
In ortodonzia la Cone Beam 3D è utilizzata per lo studio dei denti inclusi, ectopici e soprannumerari e per i loro rapporti con le cavità mascellari, le fosse nasali e il nervo alveolare.
Nell’endodonzia l’esame viene effettuato per la valutazione delle lesioni apicali. In implantologia, invece, per la valutazione di quantità e qualità di osso su cui poter applicare l’impianto.
Anche in ambito oncologico trova la sua applicazione. E’ utilizzata per la valutazione delle masse tumorali e la loro incidenza.